La crisi economica e finanziaria generata dalla fase pandemica

 








La crisi finanziaria sbocciata in America nel 2008 era stata determinata da investimenti dal matematico esito fallimentare che grandi banche avevano colpevolmente suggerito ai loro clienti di effettuare. La bolla speculativa che ha toccato i mutui immobiliari ad un certo punto è sfociata in un disastro collettivo che ha costretto alla povertà decine di milioni di contocorrentisti. Mentre in questo caso esisteva una regia maldestra orchestrata da parte di colossi bancari a danno dei cittadini, la pandemia si è presentata come un evento straordinario e in quanto tale non preventivabile. Addirittura virologi di fama internazionale di fronte all'emergere dei primi contagi in tutto il mondo avevano sottovalutato la pericolosità di un virus fino ad allora sconosciuto. Il che vuol dire che un evento negativo e straordinario ha per sua natura una forza dirompente nel momento in cui si affaccia all'attenzione dell'intero pianeta. La risposta sanitaria in assenza di vaccini non poteva che essere la chiusura di ogni attività e l'imposizione di limiti severi alla circolazione della gente. Per arrestare cioè il diffondersi senza controllo di un virus letale l'unica arma vincente era rappresentata dal cosiddetto lockdown. L'economia si è ovviamente fermata per un periodo non inferiore ad un anno e molti settori commerciali e finanziari hanno accusato perdite notevoli. Del resto l'impossibilità di relazionarsi ha sancito la fine o quantomeno stabilito rigorosi limiti agli scambi commerciali generando in molti casi il fallimento di imprese che prima della pandemia conseguivano risultati positivi nel loro settore. 


I SETTORI INDUSTRIALI MAGGIORMENTE COLPITI DALLA CRISI CAUSATA DALLA PANDEMIA

Il settore dell'abbigliamento e del turismo hanno raggiunto livelli di precarietà a dir poco spaventosi a causa dei riflessi devastanti che le misure restrittive adottate per contrastare la pandemia hanno provocato nell'economia mondiale. La gente, obbligata perlopiù a stare a casa e certamente a non varcare i confini nazionali, non ha più avuto la necessità nè di vestirsi per un incontro mondano nè tantomeno l'esigenza di visitare un luogo durante ferie o vacanze. Gli hotel soprattutto ubicati nei centri storici delle città italiane hanno deciso di non aprire le loro strutture per più di una anno visto che il turismo è risultato del tutto azzerato. Di un respiro per così dire economico hanno potuto usufruire soltanto gli alberghi situati in località balneari o montane che concentrano la loro attività esclusivamente nel periodo estivo quando le persone cioè hanno goduto della maggiore libertà di movimento concessa dal governo. La scoperta di vaccini efficaci contro il coronavirus e la conseguente vaccinazione di massa in corso stanno riducendo l'incidenza letale del terribile virus e permettendo una vita sociale maggiormente aperta. Certo è che le perdite accumulate in particolare dalle strutture ricettive e dal settore della moda hanno causato la chiusura definitiva di molte attività nella consapevolezza che soltanto grandi brand sono riusciti a resistere al drammatico impatto recessivo generato dalla pandemia.